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Essere o non essere Ion è la prima opera che il premio Nobel Herta Müller ha scritto in romeno: un testo geniale che mescola prosa, poesia e arte visiva, un caleidoscopio di parole e immagini che riesce a unire una raffinatezza stilistica elevatissima e un'immediatezza giocosa e surreale che parla al bambino che è in tutti i lettori. Un gioiello letterario e visivo che, utilizzando ritagli di riviste e giornali, fa affiorare in superficie la lingua romena che è sempre stata presente nella scrittura della Müller, seppur nascosta dentro la sua lingua madre, il tedesco. Herta Müller gioca con le parole, con quella lingua amata e odiata, la lingua della dittatura di Ceausescu che l'ha costretta all'esilio. E mentre prende il controllo artistico della lingua usata per interrogarla, mentre la interroga a sua volta, trova un modo nuovo per continuare il suo percorso letterario, per scandagliare i traumi, biografici o storici che siano, attraverso la scrittura, attraverso la scomposizione e ricomposizione delle parole. Per ritrovare forse, nel gioco, un senso.